La 16sima edizione della Settimana Mondiale di Sensibilizzazione per la Riduzione del Consumo Alimentare di Sale (Salt Awareness Week 2024) ricorre dal 13 al 19 maggio 2024. L’evento, promosso dalla World Action on Salt, Sugar and Health (WASSH), ha l’obiettivo di arrivare alla graduale riduzione dell’introito di sale fino a meno di 5 grammi al giorno (corrispondenti a circa 2 grammi di sodio e pari a un cucchiaino), target raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). L’edizione 2024 con il tema “It’s time to shine the spotlight on SALT” (“Ѐ tempo di puntare i riflettori sul sale”) mira a richiamare l’attenzione della popolazione sull’importanza di utilizzare meno sale in cucina e a tavola, prestando particolare attenzione anche al sale già presente negli alimenti di tutti i giorni, a sensibilizzare i governi sulla necessità di rafforzare le politiche finalizzate a diminuire la quantità di sale nel cibo e a incoraggiare l’industria alimentare a ridurre il contenuto di sale nei propri prodotti. Infatti, circa tre quarti del sale consumato proviene da alimenti processati e confezionati o è già presente nei cibi della ristorazione e, in molti Paesi, raggiunge l'80%.
Un consumo eccessivo di sale è legato all’insorgenza di gravi patologie cardio-cerebrovascolari correlate all’ipertensione arteriosa ed è stato associato ad altre malattie croniche, come i tumori (in particolare dello stomaco), l’osteoporosi e le malattie renali. In particolare, l’assunzione eccessiva di sale può aumentare il rischio di sviluppare l'ipertensione arteriosa, che è la principale causa di ictus e una delle principali cause di infarto, ed entrambe le patologie rappresentano le due principali cause di morte in tutto il mondo e sono responsabili di 17,9 milioni di morti all'anno. La maggior parte dei casi è del tutto prevenibile ed è quindi fondamentale adottare stili di vita salutari e modificare le abitudini alimentari per prevenire questi eventi. Secondo le stime dell’OMS, a livello globale, il consumo medio giornaliero di sale nel 2019 è stato pari a 10.78 g/die (più del doppio della quantità raccomandata dall’OMS) e se la sua assunzione si riducesse a 5 g al giorno si potrebbero prevenire 1,65 milioni di morti ogni anno per malattie cardiovascolari.
Ridurre il sale nella nostra alimentazione è uno dei modi più rapidi ed efficaci per abbassare la pressione arteriosa e migliorare la nostra salute. Le persone, infatti, non sono sempre consapevoli della quantità di sale che stanno consumando, poiché la maggior parte di esso è già presente negli alimenti che acquistiamo. Come sottolineato dalla WASSH, adattarsi a una dieta a basso contenuto di sale ha un impatto non soltanto per la salute delle generazioni più anziane ma anche per quelle più giovani, alla luce dei dati più recenti sull’aumento della pressione arteriosa nei bambini. Inoltre, dal 2019 la WASSH invita a ridurre anche il consumo eccessivo di zuccheri aggiunti, soprattutto durante l’età evolutiva, per la sua importanza nella lotta all’obesità.
Le 5 azioni concrete, raccomandate anche dalla WASSH, per ridurre il consumo di sale a meno di 5 grammi al giorno sono:
In Italia, secondo i dati raccolti attraverso le indagini nazionali di popolazione (Italian Health Examination Survey, ITA-HES) condotte nell’ambito del Progetto CUORE su campioni di popolazione generale adulta, si è evidenziata una riduzione relativa significativa del consumo di sale nella popolazione adulta italiana di circa il 12% tra il 2008-2012 e il 2018-2019, incoraggiando le iniziative intraprese dal Ministero della Salute al fine di ridurre l'assunzione di sale a livello di popolazione attraverso il Programma nazionale “Guadagnare Salute: rendere facili le scelte sane e il Piano Nazionale di Prevenzione (PNP).
Nel 2023 è stata avviata una nuova indagine nazionale sulla popolazione generale italiana, Italian Health Examination Survey – Progetto CUORE 2023, nell’ambito della quale è in corso la raccolta di campioni delle urine delle 24 ore e la valutazione del consumo di sale. Sono già disponibili i risultati sul consumo di sale relativi ai campioni di popolazione esaminati nelle seguenti Regioni nel 2023: Marche, Valle d’Asta, Toscana, Calabria, Lombardia, Campania e Puglia.
Per approfondire consulta:
Ridurre del 30% il consumo di sale entro il 2025 è uno dei nove obiettivi strategici del Piano d’Azione Globale 2013-2020 dell’OMS per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie non trasmissibili (“Global Action Plan for the Prevention and Control of NCDs 2013-2020”). Gli interventi previsti nel Piano comprendono l’attuazione di politiche che definiscano obiettivi nazionali per la riduzione del sale e linee guida per l’alimentazione nazionale, che coinvolgano i produttori di alimenti e i servizi di ristorazione, facilitino la scelta di cibi a ridotto contenuto di sale, aumentino la consapevolezza del consumatore sulle pratiche di una sana alimentazione e la necessità di ridurre il consumo di sale.
In Italia il Ministero della Salute ha avviato - in particolare nell’ambito del Programma nazionale “Guadagnare Salute: rendere facili le scelte salutari” - diverse iniziative finalizzate a favorire la riduzione del consumo alimentare di sale nella popolazione attraverso numerosi Protocolli d’Intesa siglati tra il Ministero della Salute e le Associazioni di produttori di alimenti artigianali o industriali volti a ridurre il contenuto di sale in diverse categorie di prodotti alimentari, campagne informative e azioni dirette a modificare le abitudini alimentari e a rendere più facili le scelte salutari.
La riduzione del consumo di sale, inoltre, è un obiettivo centrale del Piano Nazionale della Prevenzione (PNP) 2020-2025 perseguito dalle Regioni attraverso i propri Piani Regionali della Prevenzione (PRP) con l’implementazione di iniziative comprendenti, tra l’altro, accordi intersettoriali locali e attività informative per la popolazione e formative per operatori connessi al settore alimentare.
Contemporaneamente sono stati avviati progetti, promossi e finanziati dal Ministero della Salute/Centro per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie (CCM), con l’obiettivo di monitorare il consumo medio giornaliero di sodio nella popolazione italiana, in particolare attraverso il Progetto CUORE - Epidemiologia e prevenzione delle malattie cardio-cerebrovascolari, coordinato dal Dipartimento Malattie Cardiovascolari, Endocrino-metaboliche e Invecchiamento (MACA) dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS).
Già nel 2018 il MACA dell’ISS aveva avviato nell’ambito dell’indagine “Italian Health Examination Survey - Progetto CUORE” (ITA-HES – Progetto CUORE 2018-2019), finanziata nel 2017 dal Ministero della Salute - CCM, il progetto “Monitoraggio del consumo medio giornaliero di sodio nella popolazione italiana” -Area Azioni Centrali), per valutare il consumo di sale attraverso la misurazione dell’escrezione urinaria di sodio su campioni rappresentativi della popolazione generale adulta italiana (le analisi di laboratorio sono state coordinate ed effettuate dal Dipartimento di Medicina Clinica e Chirurgia dell’Università di Napoli Federico II). Con l’indagine successiva, ITA-HES – Progetto CUORE 2023, è continuato il monitoraggio dei fattori e delle condizioni a rischio nonché degli stili di vita degli italiani attraverso l’esame diretto della popolazione, inclusa la stima del consumo di sale giornaliero nella popolazione adulta italiana tramite la raccolta delle urine delle 24 ore (analisi di laboratorio eseguite presso l’UOC Medicina di Laboratorio – Policlinico Tor Vergata di Roma).
In occasione della Settimana Mondiale di Sensibilizzazione per la Riduzione del Consumo Alimentare di Sale, la Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU) ha lanciato la campagna “Meno sale per tutti: con la dieta mediterranea si può!”, sottolineando il valore della dieta mediterranea nel facilitare la riduzione del consumo di sale e invitando a preferire pane e alimenti freschi che contengono poco sale (frutta, verdura e legumi) e di aggiungere poco sale alle ricette.
© Istituto Superiore di Sanita (ISS)