Il cloruro di sodio (sale da cucina) rappresenta la principale fonte di sodio nell’alimentazione. L’evidenza scientifica disponibile sugli effetti negativi che il consumo eccessivo di sale ha sulla salute è indiscutibile, soprattutto riguardo al rischio di malattie cardio e cerebrovascolari. L’Oms raccomanda un consumo giornaliero di sale inferiore ai 5 grammi (circa 2 grammi di sodio).
Un inadeguato consumo di potassio è risultato associato a diverse malattie non trasmissibili, tra cui principalmente le malattie cardiovascolari. L’OMS raccomanda di assumere almeno 3510 mg di potassio al giorno attraverso una sana alimentazione. Una insufficiente assunzione di potassio è dovuta principalmente ad un basso consumo di verdura, frutta e legumi.
Nell’ambito dei progetti Ccm “Minisal-GIRCSI” e “Meno sale più salute”, è stato possibile stimare il consumo di sodio e potassio in campioni di popolazione generale adulta italiana, nel corso dell’indagine del Progetto Cuore Osservatorio Epidemiologico Cardiovascolare/Health Examination Survey 2008-2012, attraverso la raccolta delle urine delle 24 ore in campioni di popolazione di età 35-79 anni arruolati in tutte le Regioni italiane.
A distanza di circa 10 anni, nell’ambito del Progetto Ccm “Monitoraggio del consumo di sodio nella popolazione italiana”, innestato nell’indagine del Progetto CUORE Health Examination Survey 2018-2019, è stato stimato il consumo di sale in campioni rappresentativi della popolazione italiana di età compresa tra i 35 e i 74 anni arruolati in 10 regioni italiane distribuite tra il Nord, Centro e Sud.
Il confronto tra le indagini OEC/HES 2008-2012 e HES 2018-2019 volto alla stima del trend temporale del consumo abituale di sale nella popolazione italiana adulta si basa sui dati di campioni casuali di persone di età compresa tra i 35 e i 74 anni, residenti in 10 Regioni italiane (Piemonte, Lombardia, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Abruzzo, Basilicata, Calabria e Sicilia), comprendenti circa 200 persone per ogni Regione, numerosità statisticamente necessaria per ottenere stime rappresentative del consumo di sale nella popolazione.
L'assunzione media giornaliera di sale nella popolazione esaminata è stata di 10,8 g negli uomini e 8,3 g nelle donne nel periodo 2008-2012 e rispettivamente di 9,5 g e 7,2 g nel periodo 2018-2019. È stata quindi osservata una riduzione significativa dell’assunzione di sale di circa il 12% in 10 anni.
La riduzione è stata rivelata, sebbene con ampiezza diversa, in quasi tutte le Regioni esaminate ed in tutte le classi di età, categorie di indice di massa corporea (normopeso, sovrappeso, obesi) e livelli di istruzione.
In entrambi i periodi i livelli medi di assunzione di sale sono risultati significativamente più alti negli uomini che nelle donne, in quelli con sovrappeso e obesità rispetto alle persone di peso normale e in individui meno istruiti rispetto a quelli più istruiti, confermando l’importante ruolo delle disuguaglianze sociali.
Nell'indagine 2008-2012, il consumo di sale giornaliero è stato inferiore a 5 g al giorno, nel 4% degli uomini e nel 15% delle donne di età compresa tra 35 e 74 anni; nell'indagine 2018-2019 sono stati riscontrati valori significativamente più alti: 9% negli uomini e 23% nelle donne.
Sebbene il trend temporale osservato necessiti di conferma attraverso ulteriori monitoraggi, al momento i dati indicano che la riduzione del consumo di sale ha raggiunto nei campioni di popolazione generale adulta italiana indagati, più di un terzo dell'obiettivo del 30% indicato nel Piano d’azione globale per la prevenzione ed il controllo delle malattie croniche non trasmissibili 2013-2020 dell'OMS, pur rimanendo ben al di sopra di quello raccomandato dall’OMS, inferiore a 5 g al giorno, e questo vale sia per gli uomini che per le donne, in tutte le Regioni esaminate, classi di età, categorie di indice di massa corporea e livelli di istruzione.
Il confronto tra le indagini OEC/HES 2008-2012 e HES 2018-2019 volto alla stima del trend temporale del consumo abituale di potassio nella popolazione italiana adulta si basa sui dati di campioni casuali di persone di età compresa tra i 35 e i 74 anni, residenti in 10 Regioni italiane (Piemonte, Lombardia, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Abruzzo, Basilicata, Calabria e Sicilia), comprendenti circa 200 persone per ogni Regione.
Per le analisi di confronto tra le indagini 2008-2012 e 2018-2019, il potassio urinario (mmol/24h) è stato convertito in apporto di potassio (g/giorno) (1 mmol corrispondente a 39 mg di potassio) moltiplicando per 39 e poi di nuovo per 1,30 secondo le indicazioni dell'OMS.
I risultati sull'assunzione media giornaliera di potassio nella popolazione indicano un apporto di potassio nella popolazione adulta italiana ancora al di sotto degli almeno 3.510 mg al giorno raccomandati dall’OMS: nel 2008-2012, la stima della media giornaliera di assunzione di potassio era pari a 3.147 mg negli uomini e a 2.784 mg nelle donne e nel 2018-2019 è stata di 3.043 g e 2.561 mg rispettivamente.
Nel 2008-2012, la prevalenza delle persone con un'adeguata assunzione di potassio (cioè ≥ 3510 mg al giorno) era del 31% per gli uomini e del 18% per le donne; nel 2018-2019, era rispettivamente del 26% e 12%.
I livelli medi di escrezione urinaria di potassio sono risultati più alti negli uomini che nelle donne e in quelli con sovrappeso e obesità rispetto alle persone di peso normale. Una diminuzione dell'escrezione media giornaliera di potassio è stata rilevata principalmente tra le persone di età compresa tra 45 e 74 anni, e in particolare tra le donne e gli uomini obesi e meno istruiti.
La prevalenza di persone con un apporto di potassio che raggiunge il livello raccomandato dall'OMS è leggermente diminuita negli ultimi 10 anni, sebbene in misura significativa solo nelle donne.
In conseguenza dell'elevato apporto di sodio e dell'insufficiente apporto di potassio, nella popolazione adulta italiana adulta il rapporto sodio/potassio è stato riscontrato ben superiore a 1, livello auspicabile, nonostante una significativa piccola riduzione tra la prima e la seconda indagine.
Bibliografia
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