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Epidemiologia e prevenzione delle malattie cerebro e cardiovascolari

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Glossario

Accidente cerebrovascolare

Improvvisa rottura od ostruzione di un vaso sanguigno all’interno del sistema cerebrale, che può provocare emorragia o interruzione locale della circolazione del sangue. A seconda della localizzazione del vaso sanguigno leso può verificarsi emorragia: cerebrale, subaracnoidea, e ultra durale.

 

Angina pectoris

Dolore al torace, alle braccia o alla mandibola dovuto a una temporanea sproporzione tra la richiesta di ossigeno del muscolo cardiaco e la capacità delle arterie coronarie di portare sangue; solitamente si verifica quando il fabbisogno di ossigeno aumenta a causa di uno sforzo o di uno stress. L'angina può essere stabile e instabile.

L’angina stabile è la forma più frequente. Il dolore si manifesta quando il cuore lavora più intensamente e richiede più ossigeno, per esempio durante uno sforzo, in caso di stress, quando c’è troppo caldo o troppo freddo, durante un’attività fisica, anche di grado lieve, praticata dopo un pasto. Il dolore recede, in genere, con il riposo.

Nell’angina instabile, gli attacchi di dolore sono più frequenti, tendono ad avere durata sempre maggiore e sono causati da sforzi di entità sempre minore, fino a manifestarsi anche a riposo.

 

Angioplastica

Tecnica per trattare il restringimento o l’occlusione di un vaso sanguigno.

Nel vaso leso viene inserito un catetere (tubo flessibile), munito alla sua estremità di un palloncino gonfiabile. Gonfiando il palloncino, la placca aterosclerotica che ostruisce il vaso si “schiaccia” lungo la parete, dilatando il vaso e permettendo la ripresa del flusso sanguigno. Il catetere e il palloncino vengono poi rimossi.

Una altra tecnica oggi molto utilizzata prevede, invece dell’impegno del palloncino, l’inserimento nel vaso leso di uno “stent”, un tubo cavo espandibile. Lo stent viene introdotto attraverso l’utilizzo di un catetere e posizionato in maniera permanente nella zona di restringimento del vaso.

 

Arterie coronarie

Arterie che irrorano il cuore.

 

Arteriosclerosi

Ispessimento e perdita di elasticità delle pareti arteriose principalmente dovuta a deposito di lipidi nella parete dell'arteria; questo provoca la diminuzione del lume del vaso e, di conseguenza, la riduzione del flusso sanguigno.

L’arteriosclerosi è una delle cause principali delle malattie cardio e cerebrovascolari. Si sviluppa lentamente nel corso della vita ed è asintomatica: nel momento in cui compaiono i sintomi la malattia cardiovascolare si trova già in uno stadio avanzato.

 

Aterosclerosi

Forma più comune di arteriosclerosi. Il restringimento delle arterie è dovuto alla formazione di placche sul loro rivestimento interno in seguito all’accumulo di lipidi provenienti dalla circolazione sanguigna ed alla proliferazione di tessuto connettivo. L’evoluzione della placca può portare alla riduzione del lume arterioso, alla formazione di trombi e all’occlusione dell’arteria.

Alcuni fattori aumentano la probabilità di comparsa di aterosclerosi: sesso maschile, abitudine al fumo di sigaretta, pressione arteriosa alta, elevata colesterolemia, sovrappeso o obesità, inattività fisica, predisposizione familiare. Il rischio di aterosclerosi aumenta con l'avanzare dell’età.

 

Attacco cardiaco

vedi Infarto del miocardio

 

Attacco ischemico transitorio (Transient ischemic attack, TIA)

Breve interruzione dell’irrorazione sanguigna in una parte del cervello. Tipicamente, un episodio dura alcuni minuti o, al massimo, qualche ora; se l’attacco dura più di 24 ore si parla di ictus. La persona recupera completamente, anche se spesso il TIA rappresenta un campanello di allarme per un ictus vero e proprio.

 

By-pass

Tecnica chirurgica utilizzata per “scavalcare” l’ostruzione o il restringimento di un tratto di vaso sanguigno. Segmenti prelevati da un’arteria o da una vena (in genere una vena della gamba) del paziente o vasi in materiale sintetico vengono collegati a un punto a monte e uno a valle dell’ostruzione; in questo modo si costruisce un percorso alternativo per il flusso sanguigno.

 

Cardiopatia  ischemica (o cardiopatia coronarica o coronaropatia)

Il termine generico cardiopatia ischemica si riferisce a un gruppo di malattie del cuore caratterizzate dalla riduzione di apporto di ossigeno al muscolo cardiaco conseguente al restringimento o all’ostruzione delle arterie coronarie. Per questo si parla anche di coronaropatia o cardiopatia coronarica.

Le principali manifestazioni cliniche della cardiopatia ischemica sono: l’infarto miocardico, l’angina pectoris e la cardiopatia ischemica cronica.

 

Claudicazione intermittente

Malattia caratterizzata da dolori a una o entrambe le gambe che si manifestano quando si cammina e si alleviano con il riposo.

È provocata dall’occlusione o dal restringimento delle arterie delle gambe dovuti ad aterosclerosi. Il dolore insorge perché il muscolo, non più adeguatamente ossigenato e nutrito dal flusso arterioso, accumula sostanze tossiche.

Salvo casi abbastanza limitati, la claudicazione intermittente rappresenta l’inizio di una situazione di sofferenza più complessiva delle arterie.

 

Coorte

Il termine coorte si utilizza nell’ambito degli studi epidemiologici per indicare un gruppo di persone che viene seguito durante un periodo di tempo.

 

Coronarie

vedi Arterie coronarie

 

Dislipidemia familiare

Le dislipidemie familiari sono malattie su base genetica caratterizzate da elevati livelli di alcune frazioni lipidiche e da una grave e precoce insorgenza di malattia arteriosclerotica.

 

Eventi coronarici

Per evento coronarico si intende l’infarto miocardico acuto in senso stretto, la sindrome coronarica acuta, la morte improvvisa e gli eventi terminali che sono riconducibili a un infarto pregresso.

 

Evento cardiovascolare maggiore

Usualmente con questo termine si intendono l’infarto del miocardio, la sindrome coronarica acuta e l’ictus.

 

Familiarità precoce per malattie cardiovascolari

Si parla di familiarità precoce per malattie cardiovascolari per gli individui che hanno genitori, fratelli, sorelle o figli che hanno avuto un evento cardiovascolare in età inferiore a 55 anni se uomini e 65 se donne.

 

Fibrillazione atriale

La fibrillazione atriale è una aritmia (anomalia del ritmo cardiaco) in cui gli atri (cavità superiori del cuore) battono in modo irregolare e molto rapido.

 

Fattore di rischio

Caratteristica del comportamento personale, dello stile di vita, dell’esposizione ambientale, o di natura genetica che, se presente in un soggetto esente da manifestazioni cliniche di una malattia, ne predice la probabilità di insorgenza in un certo periodo di tempo.

 

Follow-up

Osservazione, durante un periodo di tempo, di un individuo, un gruppo o una popolazione di cui sono state precedentemente valutate determinate caratteristiche, per osservare se ci sono cambiamenti (ed eventualmente quali sono) nello stato di salute e in che modo sono correlati alle caratteristiche considerate.

 

Ictus

Lesione di una parte dell’encefalo, privata di ossigeno e sostanze nutritive a causa della diminuzione o dell’interruzione del flusso sanguigno in un’arteria del cervello. Questo provoca la riduzione della sensibilità, del movimento, e della funzione, controllati dalla zona lesa.

Circa l’80% degli ictus sono dovuti alla presenza di un coagulo di sangue che ostruisce parzialmente o completamente le arterie cerebrali, provocando ischemia; in questa situazione si parla di ictus ischemico. L’ictus emorragico, circa il 20% dei casi, è la rottura di un’arteria cerebrale.

 

Incidenza

Indica il numero di nuovi casi di malattia (per esempio di malattia coronarica) in una popolazione a rischio durante un determinato periodo di tempo. Generalmente viene espressa in numero di nuovi casi ogni 100.000 persone di pari età e sesso, per anno.

 

Infarto acuto del miocardio o attacco cardiaco

Morte di una parte del muscolo cardiaco provocata dal restringimento o dall’ostruzione di un’arteria coronaria o di un suo ramo; l’apporto di sangue, e quindi di ossigeno, al muscolo cardiaco diventa insufficiente. Il sintomo caratteristico è un dolore improvviso al centro del torace, descritto come oppressivo e costrittivo (come una morsa), che non diminuisce con il riposo.

 

Interventi di rivascolarizzazione

Comprendono by-pass e angioplastica.

 

Ischemia

Insufficiente afflusso di sangue in una regione dell’organismo. In genere, l’ischemia è provocata dalla presenza di aterosclerosi nei vasi sanguigni.

 

Letalità

Numero di persone affette da una malattia che muoiono entro un determinato periodo di tempo. Viene espressa in percentuale.

 

Malattie cardiovascolari

Comprendono le patologie a carico del cuore e dei vasi sanguigni. Le più frequenti sono quelle di origine arteriosclerotica, in particolare  la cardiopatia ischemica, tra cui rientrano l’infarto acuto del miocardio e l’angina pectoris, e le malattie cerebrovascolari, fra cui l’ictus.

 

Malattie cerebrovascolari

Comprendono le patologie a carico del sistema vascolare cerebrale, tra cui l’ictus; le più frequenti sono quelle di origine arteriosclerotica.

 

Malattie coronariche

Includono le malattie delle coronarie, il più delle volte dovute ad arteriosclerosi.

 

Morbosità

La dinamica di malattia nelle popolazioni. Può essere misurata con l'incidenza e la prevalenza.

 

Mortalità

Numero di persone che muore nella popolazione in un periodo di tempo definito. Generalmente si esprime in multipli di 10.000 per anno. Se sono considerate tutte le cause si parla di mortalità totale; se invece sono prese in considerazione cause particolari, ad esempio le malattie cardiovascolari, si parla di mortalità specifica per causa.

 

Morte coronarica

Decesso dovuto a causa cardiaca, infarto del miocardio, cardiopatia ischemica cronica, insufficienza cardiaca.

 

Morte improvvisa

Morte che si verifica entro un’ora dall’inizio dei sintomi o in assenza di sintomi in persone che non hanno storia di coronaropatia coronarica. Nella maggior parte dei casi, negli adulti la morte improvvisa è una complicanza e, spesso, la prima manifestazione clinica di un infarto miocardico.

 

Prevalenza

Numero di persone affette da una malattia, o da un’altra condizione, in una popolazione in un determinato momento. La prevalenza è generalmente rapportata a 1000 (o multipli) per la malattia e a 100 (o multipli) per le condizioni a rischio.

 

Prevenzione primaria

Insieme delle misure messe in atto nelle persone che non hanno ancora avuto la malattia, al fine di evitarla.

 

Prevenzione secondaria

Insieme delle misure messe in atto negli assistiti che hanno superato un episodio di malattia, per evitare una ricaduta o la morte.

 

Rischio cardiovascolare globale assoluto

Probabilità di ammalarsi nei successivi anni. È costruito sulla base di otto fattori di rischio (età, sesso, abitudine al fumo, diabete, colesterolemia totale e HDL, pressione sistolica).

 

Studio longitudinale (o studio di coorte o studio di follow-up)

Studio epidemiologico che prevede l’arruolamento di una coorte e il suo follow-up per un periodo definito, con l’obiettivo di verificare la relazione tra fattori di rischio e sviluppo di malattia.

 

Tasso di attacco

Somma di nuovi casi di malattia e di recidive (soggetti sopravvissuti a un episodio di malattia che ne subiscono un altro) in una determinata popolazione in un intervallo di tempo stabilito. Generalmente si esprime come numero di casi ogni 100.000 persone di pari età e sesso per anno. Differisce dall’incidenza perché, oltre ai nuovi casi, contempla le recidive.

 

Terapia antipertensiva (o trattamento antipertensivo)

Terapia farmacologia per abbassare la pressione arteriosa.

 

Validazione

Metodo per cui un evento patologico, ad esempio un evento coronarico o cerebrovascolare, viene descritto con criteri epidemiologici standardizzati che ne consentano una classificazione attendibile, indipendentemente dai fattori legati alle circostanze particolari in cui l’evento accade o viene trattato. Il metodo assicura la confrontabilità nel tempo, tra i sessi, tra varie classi di età e tra differenti aree geografiche.

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